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I vari tipi di obesità

L’obesità è una malattia, una complessa sindrome non solo metabolica ma anche psicologica che aumenta notevolmente il rischio di mortalità e comorbilità nel corso della vita, dal diabete all’ipertensione e così via.

 

Negli ultimi anni la ricerca ha cercato di suddividere l’obesità in diversi fenotipi, dal momento che le caratteristiche fisiche e quindi metaboliche delle persone affetta da tale condizione possono essere notevolmente differenti le une dalle altre, di fatto eliminando il concetto di indice di massa corporea (BMI) ancora molto utilizzato dai professionisti ma poco efficace nell’intercettare una potenziale problematica.

 

Gli individui sani e normopeso sono definiti MHN.

 

Poi ci sono 4 fenotipi diversi:

1. metabolically unhealthy non-obesity MUN, NWO, MONW (falso magro)

2. metabolically healthy obesity (MHO);

3. metabolically unhealthy obesity [(MUO), also defined as “complicated obesity” and which includes sarcopenic obesity-SO and non sarcopenic-obesity (no-SO)

4. lipodystrophic phenotype (LP).

 

Ciascuno di essi risponde in maniera differente alle varie strategie di intervento:

Il primo gruppo infatti (MUN e relativi sottogruppi NWO e MONW) è caratterizzato da un BMI normale o aumentato rispettivamente, ma con masse muscolari molto ridotte (ASMM) e sembrerebbero rispondere meglio a diete a maggior contenuto proteico (>= 1.5g proteine/kg di peso)

 

Il secondo gruppo MHO corrisponde alla obesità metabolicamente sana, un raro gruppo ancora oggetto di studio che non sembra subire gli effetti deleteri associati alla sindrome metabolica

 

Il terzo gruppo MUO corrisponde alle forme di obesità complicata, caratterizzate da alto rischio di complicanze future specialmente di natura cardiovascolare. Essi rispondono molto bene ad approcci dietetici a basso contenuto di carboidrati e quota più elevata di grassi, nonché a terapie farmacologiche di recente introduzione come gli analoghi GLP-1 e SGLT-2

Infine l’ultimo gruppo è il fenotipo lipodistrofico, che sembrerebbe risponder meglio a diete a contenuto più basso in grassi e sotto forma di trigliceridi a media catena.

 

Quando ci approcciamo a queste problematiche è pertanto fondamentale costruire il percorso più idoneo e personalizzato per la persona, considerando tutte le variabili per poter intervenire nella maniera migliore possibile e soprattutto precocemente.

 

"Il cibo è il farmaco anti-ansia più abusato in America e l'esercizio è l'antidepressivo più potente ma sottoutilizzato" Bill Phillips

 

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