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Ferro: come assumerlo per limitare i rischi

Dal punto di vista dei sintomi un’anemia da carenza di ferro solitamente si manifesta con debolezza, facile faticabilità, ridotta capacità aerobica e di resistenza. 

 

Segnali di allarme includono poi elevata frequenza cardiaca a riposo e pallore cutaneo, oltre a disturbi legati al sistema immunitario e sul tono dell’umore.

 

Il fabbisogno giornaliero in un soggetto adulto sano varia da 8 mg per gli uomini, a circa il doppio per le donne in età fertile (18 mg), valori che raddoppiano ulteriormente in caso di gravidanza. Per l’atleta stimare un fabbisogno giornaliero diventa più complicato e correlato anche al tipo e quantità di attività svolta in relazione alle perdite.

 

Ad oggi esistono 3 modalità di supplementazione del ferro:

Aumentare l’assunzione con la dieta

Supplementazione orale

Supplementazione endovenosa (nei casi più gravi)

 

La supplementazione orale dovrebbe essere costituita da una forma di ferro ferroso (Fe2+) ad alta biodisponibilità come fumarato, solfato, gluconato, chelato o in liposomi, forme ben più tollerate a livello gastrointestinale e per un periodo di almeno 8 settimane con successiva rivalutazione degli esami ematici.

 

Il dosaggio varia dai 60 ai 200 mg di ferro elementare, spostandoci nel range più alto in caso di maggior gravità della carenza. Alcuni autori preferiscono l’assunzione a giorni alterni piuttosto che quotidiana, per alcuni meccanismi di ridotto assorbimento legati all’attività dell’epcidina.

 

Concludo infine ricordando 2 cose ad oggi non sembra esserci evidenza di un sovraccarico di ferro dal solo cibo in soggetti sani, inclusi quelli che fanno un grande consumo di carne rossa. Va ricordato infine che tanti enzimi sono ferro-dipendenti, in particolare la tireoperossidasi (TPO) presente nella tiroide che serve per formare i nostri amati ormoni! Prima di sospettare un #ipotiroidismo ricordatevi sempre di dosare l’assetto del ferro, specie per le donne in età fertile!

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Commenti: 2
  • #1

    Elisa (mercoledì, 07 giugno 2023 14:53)

    Lei dice: prima di sospettare un #ipotiroidismo ricordatevi sempre di dosare l’assetto del ferro, specie per le donne in età fertile. Queste informazioni vanno date ai medici! Di recente un endocrinologo mi ha prescritto la Levotiroxina da prendere praticamente a vita (se non viene inventato qualcos'altro i prossimi anni). Ha deciso in tal senso dopo aver visto la THS troppo alta e la vitamina D molto bassa negli esami del sangue. Nella lista dei valori non c'era il ferro, quindi non so se sono carente. I pazienti, a meno che non s'informino attraverso internet, si mettono nelle mani del medico che solitamente prescrive farmaci su farmaci, guardandosi bene dal valutare integratori o indagare oltre i soliti esami.
    Del resto, quando prescrivono integratori, citano le marche più scadenti (conoscono solo quelle famose al pubblico, che non sono certo le migliori).
    La maggioranza dei medici, di base o specialisti poco importa, ignora che il biossido di titanio va evitato. Eppure da 3 anni e passa gli studi scientifici effettuati a livello mondiale ne hanno dichiarato con certezza la tossicità: ho letto questa notizia ovunque. Allora mi chiedo: medici non dovrebbero tenersi aggiornati continuamente? Non dovrebbero sapere che certi eccipienti presenti nei farmaci sono tossici? Loro stessi li prescrivono ai pazienti come acqua fresca. Purtroppo alcuni si devono assumere in modo continuativo. Io l'ho fatto per 20 anni: assieme alla pillola, prendevo Spironolattone quotidianamente. Spero di non aver danneggiato l'organismo... già mi sono stati tolti 2 tumori!
    Cordialmente

    Elisa

  • #2

    Dott. Alberto Cerasari (mercoledì, 07 giugno 2023 16:52)

    Gentile Elisa,
    Come sempre in prima visita prescrivo sempre assetto marziale e dosaggio vitamine e minerali, specialmente quelli che vanno ad impattare maggiormente la funzionalità della ghiandola. Ne parlo spesso in video e scrivo a riguardo.