Scienza e complottismi

"I famosi 15 minuti di celebrità sono diventati sistema: ognuno promuove sé stesso e la propria chiave interpretativa della realtà attraverso una ricerca costante di approvazione che arriva dalla pioggia di like o pretesti per innescare discussioni feroci che perdono ogni senso, se non quello di rincarare le distanze tra noi e l'altro per ridefinire un'identità spesso labile, volubile e nebulosa"

 

I paladini della verità fanno un grosso errore, pensare che esistano verità assolute per tutte le cose, in forte contrasto con quello che in realtà è il metodo scientifico.

 

C'è tanta differenza tra il pro-scienza assoluto ed il complottista più estremo? Forse no, ricordando che il principio su cui si fonda la scienza è la scepsi, ossia "l'esame critico circa il valore della conoscenza, mettendo in dubbio sistematicamente i principi e senza mai giungere a conclusioni definitive. Da esso deriva il termine scetticismo".

 

Non c'è più dialogo, ma monologhi e tentativi di prevalere sull'altro, non importa con quale argomento. E questo ormai lo abbiamo visto in TV, sui giornali, ma soprattutto sulle pagine Facebook di tanti autorevoli esperti sul campo (medici, ricercatori, giornalisti etc.) e sulle bacheche dei sostenitori delle teorie e degli estremismi più assoluti, dagli argomenti più disparati, dall'alimentazione alla politica, dall'ingegneria alla tutela ambientale.

 

Io posso solo concludere dicendo che su tante cose nutro ancora dei fortissimi dubbi, ma probabilmente è questa una delle motivazioni più grandi che mi spinge a non fermarmi mai in questo viaggio ancora lunghissimo, mettendo in discussione credenze e convinzioni che molto spesso avevo dato per scontato.

 

 

In fondo l'uomo probabilmente non è un animale sperimentalmente controllabile, per quanto noi possiamo studiarlo nella sua complessità tra le infinite variabili ed adattamenti a cui va incontro.

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