Quando si parla di prevenzione dobbiamo porre al primo posto le condizioni di salute dei diversi pazienti, in quanto in base alle loro patologie e condizioni ci si deve confrontare con i rispettivi specialisti per garantire un piano medico a hoc.
L’obiettivo della prevenzione è monitorare lo stato di salute delle persone e di prevenire l’insorgenza di diverse patologie, adottando, il prima possibile, i migliori accorgimenti.
Da un punto di vista chimico sono sostanze in grado di contrastare, rallentare o neutralizzare la formazione dei radicali dell’ossigeno che si formano in seguito a reazioni di ossidazioni. Esse prevedono l’utilizzo di molecole di ossigeno e avvengono nell’organismo.
Il cibo mangiato viene convertito in energia attraverso processi di ossidazione, la stessa respirazione cellulare è basata su reazioni di ossidazione.
Durante il sonno i ritmi biologici rallentano, l’organismo recupera le energie spese durante la giornata e il cervello riduce al minimo la sua attività. Da uno studio condotto dall’Associated Professional Sleep Societies, è merso che chi conduce ritmi di sonno regolari riduce il tasso di mortalità del 40% rispetto a quelli con un ritmo di sonno irregolare ed insufficiente.
Le malattie croniche affliggono circa 24 milioni di persone in Italia e hanno un impatto importante sulla qualità di vita della popolazione. Tali malattie interessano tutte le fasi della vita, ma i segmenti più colpiti sono gli anziani (oltre l’85% degli ultra settantacinquenni) e le donne dopo i 55 anni.
È importante migliorare le conoscenze sui meccanismi e sui fattori di rischio che portano allo sviluppo di malattie croniche.
Una delle molecole più studiate degli ultimi 30 anni specialmente in ambito sportivo è la creatina, un composto aminoacidico non proteico che si trova principalmente nella carne rossa e nei frutti di mare.
La maggior parte si ritrova nel muscolo scheletrico (~95%) con piccole quantità anche nel cervello e nei testicoli (~5%). Circa due terzi della creatina intramuscolare è sotto forma di fosfocreatina (PCr), con la restante in forma libera.
Da sempre una certezza, gli enti e le istituzioni sulla promozione della salute hanno per anni sostenuto che fare circa 10 mila passi al giorno potesse ridurre il rischio di mortalità e malattie cardiovascolari.
In realtà l'origine dei 10000 passi al giorno deriva da una trovata commerciale: una società giapponese chiamata "Yamasa Tokei Keiki" che produceva contapassi ha prodotto il primo prodotto commerciale nel 1965 che era stato chiamato proprio in quel modo.
La prevenzione primaria resta ad oggi l'arma più potente che abbiamo a nostra disposizione per contrastare l'ondata di malattie cronico-degenerative e gli eventi cardiovascolari. I fattori di rischio si dividono in modificabili e non modificabili: tra i primi rientra tutto ciò che riguarda lo stile di vita: SEDENTARIETÀ, ABUSO DI ALCOL, FUMO, INATTIVITÀ FISICA, DIETA, IPERTENSIONE, DIABETE, DISLIPIDEMIA, ESPOSIZIONE AD AGENTI INQUINANTI E RADIAZIONI IONIZZANTI e non da meno lo stress.